Vorremmo aprire un dibattito che non riteniamo ne sterile ne fine a se stesso, quanto piuttosto ragionare con serenità e cognizione di causa sulla realizzazione del secondo cavalcavia pedonale sulla strada provinciale n. 227, ovvero, un cavalcavia ciclopedonale che consenta un agevole e sicuro accesso all’ipermercato il Destiero.
Apprendiamo
ufficialmente, nella seduta convocata dal Sindaco Bagini di venerdì
21/9 – Il Sindaco informa-, che il ” ponte” si farà, giace da
qualche parte in qualche capannone in attesa della sua collocazione e
che non costerà nulla alle casse comunali, così all’incirca si è
espresso l’assessore competente Ing. Portaluppi e che ci è parso
particolarmente soddisfatto e compiaciuto di questa soluzione.
Orbene nel progetto
originale non era affatto previsto questo tipo di “ingombro” ma
un più discreto e funzionale sottopasso pedonale, soluzione che è
stata modificata con una delibera dalla passata amministrazione, di
cui francamente ne ignoriamo le motivazioni.
Le ragioni addotte
dall’assessore attengono alla realizzazione tecnica del manufatto –
sottopasso-che secondo lui dovrebbe avere uno profondità di
sei/sette metri e questo non sarebbe possibile per la falda
acquifera, affiorante, e soprattutto per la presenza di impianti
tecnologici. (cavi elettrici, tubazioni del gas, cavi telefonici e/o
altro?)
Ad onor del vero, in
aggiunta alle considerazioni esposte di ordine realizzativo, esiste
la preoccupazione fondata? che il sottopasso si trasformi in un
ideale ricettacolo di sbandati, manigoldi, spacciatori, molestatori,
perdigiorno; omettendo di aggiungere altro perché il concetto ci
pare piuttosto chiaro.
Invero, se tale assioma
fosse vero, dovremmo pensare di chiudere, o meglio di sigillare al
più presto queste novelle caverne di briganti e provvedere, nel
frattempo a presidiarne l’ingresso con armigeri sbrigativi e
determinati. Ma poiché non crediamo che la civile convivenza sia mai
stata messa a dura prova da siffatte strutture, conveniamo che un
normale presidio del territorio possa efficacemente prevenire i
possibili (non probabili) paventati episodi di criminalità.
Non solo, se la funzione
è quella di facilitare l’accesso di quanti si recano al Destriero,
alla chiusura dello stesso, venuto meno lo scopo, nulla osta che non
si possa chiudere con delle grate, come avviene con gli ingressi alla
metropolitana.
Non ci soffermeremo sulla
necessità di illuminazione che richiederebbe la struttura, ne sullo
sforzo fisico che implicherebbe per un vittuonese raggiungere
l’agognato bengodi, altro che montagne russe, è un impegnativo e
singolare percorso vita, con vista panoramica e da capogiro sulle ex
statale 11 e sulla provinciale 227.
Vorremmo anche avanzare
l’azzardata ipotesi che per evitare di scendere agli inferi -
6/7mt- si possa suggerire di alzare la strada di 1/1,5 mt., lo spazio
lo consentirebbe, in tal modo il sottopasso sarebbe quasi in trincea,
senza alcun ostacolo che ne impedisca la realizzazione.
Vorremmo però, a tale
riguardo, pensare che nella progettazione dell’intero intervento si
siano, come ci pare logico, tenuto in debito conto tutte le
possibili implicazioni, con relativi sondaggi e con tutti gli
strumenti utili per censire tutti gli ipotetici ostacoli che potevano
appunto pregiudicare l’ipotizzata e semplice soluzione del
sottopasso.
Pare che così non sia,
stante il tardivo quanto improbabile, affollamento di impianti
tecnologici ivi presenti e straordinariamente concentrati nel lembo
di terreno interessato dall’opera.
Richiamiamo inoltre
l’attenzione sulle dimensioni e sulla manutenzione nel tempo di
questo “ponte”, replica esatta di quello già presente a poca
distanza e che senza smentita di alcuno ci pare eufemisticamente
invasivo, oltre che scomodo e architettonicamente discutibile.
Poiché riteniamo che il
dislivello da superare, strada provinciale n. 227, richieda di
innalzare il piano di percorrenza ad almeno 4 (quattro metri) dal
piano stradale e considerato che per ragioni pratiche e di sicurezza
la pendenza non debba superare una certa percentuale, non occorre
grande immaginazione per prevedere la lunghezza della rampa di
accesso e della relativa discesa; uno sproposito che rischia di
ridurre ancora di più il già compromesso bosco urbano di
mitigazione. ( splendida parola, rassicurante e fascinosa)
Ma vorremmo introdurre
una banale scontata considerazione che parrebbe non appartenere
all’ambito culturale, ne dell’ufficio tecnico ne del neo eletto
assessore, ovvero l’opera e non solo in stricto sensu, non deve
essere gratuita per essere considerata di per sé accettabile, ma
deve necessariamente essere anche bella e soprattutto funzionale.
Crediamo a questo punto
di aver esposto, con sufficiente chiarezza e per sommi capi, la
questione che intendiamo sottoporre al pubblico dibattito, nella
certezza che il motto vox populi vox dei, faccia emergere, senza
indugio, il buon senso e la logica.
Complimenti al Cittadino, che nella riunione col Sindaco ha esposto con determinazione, sue valutazioni e pareri riguardo la realizzazione dell'opera.
Nessun commento:
Posta un commento